La Via Francigena, chiamata anche Francisca o Romea, non è, come si potrebbe pensare, una strada unica, ma è parte di un insieme di percorsi che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia (da cui il nome) scendevano fino a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove si trovavano i porti dai quali partivano le navi per la Terra Santa.
La strada esisteva già nel VI secolo come arteria primaria di collegamento tra le principali città longobarde. Il percorso attraversava l’Appennino al valico del mons Langobardorum, l’attuale Passo della Cisa e proseguiva attraversando il fiume Magra verso Lucca.
Fu solo dopo la conquista dell’Italia Settentrionale da parte del re dei Franchi Carlo Magno che la strada prese il nome che conosciamo oggi: Via Francigena, e cioè “strada che viene dalla Francia”, e inizialmente la meta finale era Roma, la città dove risiedeva il Papa, creando quindi una connessione tra i due poteri che guidavano l’Europa in quel periodo.
La prima descrizione dettagliata del percorso è del 990, anno in cui l’arcivescovo di Canterbury Sigerico, descrive il viaggio compiuto di ritorno da Roma dove aveva ricevuto l’investitura papale. In questo diario di viaggio Sigerico segna 79 tappe nell’itinerario verso Canterbury, con un dettaglio sui vari punti in cui era possibile sostare, Ed è per questo che ancora oggi il punto più a nord della via Francigena viene posto a Canterbury.
Nel 1994 è stata dichiarata “Itinerario Culturale Europeo” assumendo dignità sovranazionale al pari del Cammino di Santiago de Compostela.
Oggi la via Francigena è ricca di indicazioni per tutti quanti vogliano, percorrendola tutta o in parte, scoprire il piacere di un viaggio lento ed estremamente arricchente dal punto di vista culturale e umano attraverso le tappe che la costellano.
Un tratto della via Francigena attraversa anche la provincia di Massa-Carrara, valicando il passo della Cisa si incontra infatti la città di Pontremoli per poi passare in Liguria fino a Sarzana, provenendo da Sarzana, la via raggiunge l’area archeologica della città romana di Luna (oggi Luni) nella piana del fiume Magra. Fondata nel 177 a.C., Luna divenne importante nodo stradale e porto d’imbarco dei marmi estratti delle Alpi Apuane e diretti in tutto l’impero. Luni divenne snodo importante da molti punti di vista, da qui infatti, dal porto detto di San Maurizio, i pellegrini diretti a Santiago di Compostela potevano trovare un imbarco. A questo punto merita una visita il parco archeologico di Luni, dove si possono visitare i resti della città e il museo che conserva i reperti rinvenuti durante gli scavi. Proseguendo si rientra in Toscana e si raggiunge Avenza, frazione del comune di Carrara, dove è possibile visitare la chiesa di San Pietro, di fattura secentesca ma già presente in loco nel medioevo, già luogo di ricovero per i pellegrini in transito sulla via romea, che conserva uno splendido trittico quattrocentesco (il Trittico Ringli del Maestro di Sant’Ivo), un crocifisso ligneo ritenuto miracoloso e un pregevole organo a canne ottocentesco. Altro sito d’interesse è la cosiddetta Torre di Castruccio, unica parte restante della fortezza medievale la cui costruzione è attribuibile a Castruccio Castracani degli Antelminelli, il valente condottiero ghibellino che negli anni intorno al 1320 fu signore di Carrara come vicario dell’imperatore.
Continuando a seguire la via Francigena, lasciando Avenza, si percorre una strada tra i vigneti che ricoprono le colline, ammirando meravigliosi panorami sulle Alpi Apuane e sul mare, per arrivare al centro storico di Massa dove la tappa provinciale si conclude in piazza Duomo, dove ha sede la Cattedrale.
A questo punto la Cattedrale è certamente da visitare; intitolata ai Santi Pietro e Francesco, monumento nazionale italiano, venne eretta alla fine del XV secolo e presenta una struttura ad una sola navata centrale e tre pregevoli altari laterali cinquecenteschi. La cripta custodisce le urne di nobili e regnanti della città. A pochi passi dalla Cattedrale, nella centralissima piazza Aranci, si trova il Palazzo Ducale, costruito dal XV al XIX secolo per volere dei Cybo Malaspina. Voluto da Carlo I Cybo Malaspina, ha il suo nucleo centrale nella parte dove si trovano il pregevole Salone degli Svizzeri e la Cappella Ducale, mentre l’aspetto odierno si deve all’ampliamento che Teresa Pamphili, principessa romana consorte di Carlo II, nei primi anni del XVII secolo commissionò all’architetto carrarese Alessandro Bergamini.