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Vinca

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Vinca è una frazione del comune di Fivizzano situata nella valle del torrente Lucido e incastonata tra le vette settentrionali delle Alpi Apuane, alle pendici del Pizzo d’Uccello e a ridosso del Monte Sagro. 

Di Vinca si hanno notizie già da prima del 500, e la tradizione locale la vuole fondata da una piccola comunità che si rifugiò in questa valle per scappare dalla costa infestata dalle incursioni saracene. 

La nascita ufficiale di Vinca va comunque fatta risalire al 1355, come pertinenza del marchesato di Fosdinovo, quindi sotto il dominio di uno dei rami dei Malaspina. 

L’episodio più significativo della sua storia è avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti il paese si ritrovò nelle immediate retrovie della Linea Gotica e data l’intensità dell’attività partigiana in quella zona il generale nazista Max Simon pianificò una serie di rastrellamenti nei villaggi ai piedi delle Alpi Apuane con l’intento di spezzare ogni legame tra i partigiani e le popolazioni locali e colpì in particolare Vinca molto duramente. 

L’episodio della guerriglia di Resistenza che riguardò nello specifico il paese di Vinca ebbe luogo il 18 agosto del 1944 quando un automezzo tedesco cadde in un’imboscata dei partigiana e nello scontro a fuoco che ne seguì perse la vita un ufficiale tedesco. Il mattino del 24 agosto 1944 e per i successivi quattro giorni gli uomini della SS-Panzer-Aufklärungs-Abteilung 16, comandati dal maggiore Walter Reder, che già si era macchiato degli eccidi di Nozzano, Sant’Anna di Stazzema e San Terenzo Monti, e che nelle settimane seguenti porterà avanti il suo infernale compito con stragi di Marzabotto e Bergiola Foscalina, grazie al supporto dei fascisti della XL Brigate Nera “Vittorio Ricciarelli” di Livorno e dei Mai Morti locali che conoscevano il territorio, rastrellarono e sistematicamente uccisero tutti i vinchesi che riuscirono a catturare, bruciando a più riprese anche l’abitato. L’eccidio provocò 173 vittime e l’invio di oltre 1.600 civili in Germania. 

Ogni anno il 24 agosto si tiene una commemorazione per ricordare quei fatti, che oltre alla cerimonia civile della mattina, ospita concerti e spettacoli teatrali legati al tema della Resistenza. 

Vinca ha anche altre particolarità, il paese è famoso per l’ottimo pane, che da secoli si impasta con farina di grano tenero, crusca, acqua, lievito e sale, viene poi lievitato per 12 ore e cotto nel forno a legna. Degne di nota anche l’acqua purissima, il lardo, lavorato in maniera simile a quello ben più noto di Colonnata nelle conche di marmo, e il marmo stesso. Tipiche di vinca sono anche le castagne, utilizzate in diversi modi. Si può visitare il metato, che qui viene chiamato “canniccio”, ossia l’edificio adibito all’essiccatura delle castagne. Il canniccio è un edificio soppalcato in cui al livello del terreno si accende un fuoco di legno di castagno che deve ardere, senza fiamma, dai trenta ai quarantacinque giorni. Un graticcio lo divide in altezza e qui vengono sistemate le castagne. L’operazione è lunga e laboriosa e tradizionalmente vedeva alternarsi l’intero paese a badare al fuoco. Era una notevole occasione di socialità, in cui durante i turni, ci si raccontavano storie di paese e favole legate alla tradizione mantenendo viva una cultura che oggi va sparendo. 

Il canniccio di Vinca è tutt’ora utilizzato e non è difficile incontrare qualche paesano che può raccontarne il lavoro ed i segreti.