A dispetto delle sue ridottissime dimensioni, il comune di Montignoso ha vissuto passaggi importanti dal punto di vista storico grazie alla sua locazione geografica, infatti sorge su un colle da cui si domina tutta la vallata sottostante. Rappresentativo di questa condizione è il Castello Aghinolfi, luogo decisamente suggestivo e caro a tutti gli abitanti del comune, che grazie alla sua posizione strategica è sempre stato considerato un presidio importante per chiunque abbia governato la zona, infatti dai suoi spalti si ha una vista panoramica sull’intera costa tirrenica, dal golfo di La Spezia fino a Livorno, in giornate particolarmente terse poi la vista può spaziare fino alle isole dell’arcipelago Toscano verso Sud e alle vette delle Alpi Marittime a Nord.
Dal castello, che in epoca medievale era il più importante della vallata, si poteva inoltre controllare la via Francigena e in caso di pericolo costituiva un rifugio sicuro per molti abitanti della zona. La tradizione vuole che la fortezza dove trovava sede il castello non venne mai espugnata.
Il nome del castello racconta la sua origine longobarda e in effetti tutta la Garfagnana, compresa Montignoso, venne conquistata da Teodolinda già nel VI secolo; le prime notizie che lo riguardano sono datate 763, anno in cui una pergamena decreta il fatto che il re longobardo Astolfo fece dono ad un suo parente di un appezzamento di terreno nella zona, precisamente nei pressi del “castellum Aginulfi”, dunque in quell’anno il castello già esisteva, ma della forma della fortificazione originale non è rimasta alcuna traccia perché fu rimaneggiata a molte riprese: la fortezza infatti, data la sua importanza strategica, accompagnò tutti i passaggi politici del luogo, venendo ampliata e ristrutturata nel corso dei secoli e delle nuove esigenze difensive. L’elemento più antico è il mastio, di forma ottagonale che probabilmente ebbe anche una funzione abitativa e risulta essere uno dei più interessanti esempi di architettura militare longobarda. Sappiamo che quando la proprietà del castello passò dai discendenti di Aghinolfo alla Repubblica di Lucca nel 1376, epoca a partire della quale l’edificio venne ristrutturato.
Notizie più precise sulla forma e sulla dimensione della fortezza le abbiamo relativamente al 1494, quando il castello venne ceduto alla corona francese: sappiamo che l’intera area murata si estendeva per circa un ettaro ed era divisa in tre recinti fortificati, collegati da ponti levatoi e cortine murarie, che comprendevano circa centotrenta case utilizzate come abitazioni in periodi di guerra e come magazzini in tempo di pace, due alte torri d’avvistamento, una vasta cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, una cappella, un mulino e ovviamente, nel punto più alto, il castello con il mastio ottagonale al centro circondato da una torre circolare e un passaggio segreto sotterraneo che collegava la torre all’esterno della cinta muraria.
Il declino della fortezza iniziò dal XVI secolo, quando la malaria spopolò fortemente la zona ed ebbe il suo culmine a partire dal 1799, a seguito della Campagna d’Italia condotta da Napoleone, quando il ruolo della fortezza perse d’interesse ed essa venne abbandonata dai signori di Lucca che in quel momento ne erano proprietari, gli abitanti della zona iniziarono così ad utilizzarne i materiali per la costruzione delle proprie abitazioni.
Un nuovo colpo alla struttura venne inferto tra il 1808 e il 1812, quando Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone e principessa di Lucca, ordinò i lavori di risanamento della piana di Montignoso per far fronte alla secolare piaga delle febbri malariche e per i materiali necessari all’opera diede disposizione che l’occorrente fosse prelevato dalle abitazioni che erano all’interno delle varie mura circostanti il castello.
Durante la seconda guerra mondiale si riscoprì l’importanza strategica il Castello Aghinolfi: le truppe naziste se ne impadronirono e ne fecero un caposaldo della linea gotica tirrenica, i bombardamenti alleati di fatto misero in atto la prima ed unica espugnazione della fortezza, distruggendola però in modo importante.
Fino al 1997 il complesso è rimasto in stato di abbandono ma dal 2001 il Castello è stato recuperato e finalmente ristrutturato dal Comune di Montignoso. All’interno, grazie ad un pavimento in vetro, si possono vedere i diversi strati delle delle antiche pavimentazioni e nel mastio è presente un’installazione multimediale che spiega tutte le fasi che il castello ha attraversato grazie a ricostruzioni virtuali animate al computer.
Dal 2008 è possibile visitare il Parco Archeologico, che si trova all’interno della cinta muraria esterna del Castello.
Dettagli
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