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Passeggiando nella Massa rinascimentale

Porta-San-Martino

Una passeggiata nella Massa rinascimentale non può che iniziare dalla monumentale Porta Martana, antico accesso, per chi proveniva dalla Toscana, alla moderna città voluta dal principe Alberico I Cybo Malaspina (1568-1623).  

La cerchia muraria cinquecentesca diede forma a una nuova città, arricchita dai tanti edifici voluti da Alberico, e dalle abitazioni dei notabili che gravitavano attorno alla sua corte: la data di posa della prima pietra delle mura (10 giugno 1557), è ancora salutata con grande risalto in città, con le manifestazioni che rievocano la “Fondazione di Massa Nova”, e la giostra della “Quintana Cybea”.  

Oltrepassato il solenne arco della porta si entra nella scenografica piazza Martana, dove convergono i tre assi principali della città immaginata da Alberico, le attuali via Alberica, Beatrice e Bigini; sulla sinistra si trovavano le scuderie ducali (1557), il cui accesso avveniva per l’arioso porticato ancora ben visibile.  

Proseguendo lungo via Beatrice si giunge in pochi minuti alla centralissima piazza Mercurio, l’antica piazza del mercato di Massa, dove il principe fece erigere una fontana, sormontata da un’immagine di Mercurio, dio del commercio e del denaro. Il monumento attuale, composto da un’alta colonna in marmo che si alza da un basamento con fontana, è settecentesco, mentre la statua di Mercurio che sovrasta il tutto è copia moderna (1980), pensata per sostituire l’originale, gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1944. Sulla piazza insistono anche la chiesa seicentesca di San Giovanni Decollato e l’adiacente palazzo Bourdillon; il portale è ottocentesco, ma la struttura della residenza risale al XVI secolo, quando era proprietà della nobile famiglia Staffetti. 

Un moderno sottopasso conduce alla via Alberica, dove si svolta a destra per incontrare, a breve distanza, l’ex palazzo dei Cadetti (1580), fatto costruire da Alberico per ospitare membri della famiglia Cybo. Riadattato a sede vescovile, l’edificio ospita dal 2003 il Museo diocesano di Massa, dove si conservano un’interessante Madonna col Bambino in marmo (1428) di Michelozzo (1396-1472), e le statue lignee di San Leonardo (1420) di Jacopo della Quercia (1374-1438), e di San Rocco (1525) di Domenico Gare (†1529), assieme ad altre opere e arredi provenienti da chiese e conventi del territorio.  

La via Alberica sfocia nell’ampia piazza Aranci, dominata dalla grande mole di palazzo Ducale, simbolo di potenza e punto focale della città albericiana: l’antica casa dei marchesi Malaspina fu ampliata più volte, a partire dal 1563, con modifiche e successive aggiunte che proseguirono fino alla fine del Seicento. Dietro alla grande facciata seicentesca, arricchita da un sontuoso apparato decorativo in marmi e stucco, si nasconde un luminoso cortile circondato da loggiati in marmo, di impianto rinascimentale. La cappella del palazzo custodisce, in un più tardo altare, un pregevole bassorilievo cinquecentesco con la Natività, opera di dubbia attribuzione, riconducibile all’operato di uno dei tanti scultori attivi a Carrara nei primi decenni del XVI secolo. 

Da piazza Aranci si imbocca via Dante Alighieri, dominata dall’alta facciata moderna (1936) del duomo, dedicato a San Francesco; la chiesa fu ricostruita interamente tra 1660 e 1670 ma conserva, nel sepolcreto Cybo Malaspina, i preziosi sepolcri di Eleonora Malaspina, realizzato nel 1516 dallo scultore lombardo Pietro Aprile (1477-1558ca.), e di Lorenzo Cybo, padre di Alberico I, opera di incerta attribuzione (forse della bottega dei Gagini), eseguita verso al metà del secolo. Entrambe le sepolture sono state sottoposte a rimaneggiamenti e restauri, rendendo difficile ricostruirne l’aspetto originario, ma le figure giacenti dei due defunti non mancano di esercitare un grande fascino sul visitatore contemporaneo. 

All’uscita, sull’angolo con via Guglielmi, il palazzo Mussi-Ayola conserva una delle più importanti tracce dell’antica “Massa Picta”. L’Abbondanza di facciate decorate, con pitture murarie, affreschi e graffiti, caratterizzò la città per secoli, a partire dal tardo Cinquecento, quando Michel de Montaigne raccontava delle “belle case, e pitturate” viste a Massa nel suo viaggio in Italia (1581). Le decorazioni graffite su questo palazzo costituiscono una preziosa testimonianza storica, oltreché artistica, raffigurando luoghi dell’antica città oggi profondamente trasformati, dai conventi di San Francesco e dei Cappuccini, al giardino del Pomerio Ducale, fino a comprendere la veduta di una torre di incerta identificazione.  

Sul lato opposto della facciata del duomo si apre via Zoppi, che prosegue fino all’incrocio con via Cavour, dove sorge Casa Landi, la più interessante e completa tra le sopravvivenze dell’antica città dipinta: i graffiti delle facciate sono stati interpretati come un complesso omaggio allegorico ad Alberico e alla famiglia Cybo. La facciata su via Zoppi è infatti arricchita da sei corone di alloro nelle quali compaiono l’impresa del pavone di papa Innocenzo VIII (1432-1492), quella della botte ardente di Francesco Cybo (1449-1519), l’incudine su ceppo del cardinale Innocenzo (1491-1550), l’aquila imperiale e l’impresa del cubo e della cicogna (poco leggibile) di Alberico. Il prospetto su via Cavour riprende lo schema del precedente, con cinque corone nelle quali appaiono i ritratti di Annibale, Scipione Africano, Porsenna, Pompeo Magno e Giulio Cesare, celebri condottieri antichi, posti in parallelo con i moderni principi di casa Cybo. 

L’itinerario non può prescindere dalla visita alla Rocca Cybo Malaspina, castello di origine medievale, trasformata in elegante dimora rinascimentale nel corso del Cinquecento. Il complesso si raggiunge a piedi, con partenza da piazza Mercurio, risalendo l’antico percorso della Piastronata; il cammino è in salita e richiede un quarto d’ora circa. All’inizio della salita si incontra il palazzo Maggesi (via della Piastronata, 8), la cui facciata conserva i resti di una decorazione muraria attribuita al pittore Agostino Ghirlanda (1535/40-1588).  

Il castello è attualmente in fase di restauro e riqualificazione: il cantiere, aperto nel 2024, è finanziato con i fondi del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza.