L’antico palazzo dei Cybo Malaspina, che domina la città di Carrara da secoli, si presenta con un duplice aspetto che ne riflette la lunga vicenda costruttiva: la parte affacciata verso piazza Gramsci (antica piazza d’armi) ha un carattere fiabesco da castello medievale, quella verso via Roma esibisce i tratti del palazzo principesco rinascimentale. Più omogeneo il lungo fronte seicentesco su piazza Accademia, dall’andamento regolare movimentato dalla grandiosa architettura del portale: in questo caso a stupire è la posizione decentrata dell’ingresso monumentale, sovrastato da una possente balconata che affaccia dal grande salone del piano nobile.
Queste particolarità, talvolta salutate come vere anomalie, aggiungono carattere e personalità all’edificio, e sono un’interessante chiave di lettura per conoscerne la storia, indissolubilmente legata a quella della città del marmo.
La prima notizia della “Rocca di Carrara” risale al 1187, quando la struttura doveva essere composta da un’unica torre difensiva, di forma quadrangolare, posta in posizione strategica su una leggera altura dalla quale dominava il primo nucleo della città e parte della valle del Carrione. La costruzione di una primitiva cinta muraria, tra 1212 e 1230, diede nuova importanza alla rocca, che nel 1448 è già indicata come “castello”. Con l’avvento della signoria dei Malaspina, nell’ultimo quarto del XV secolo, il castello venne ampliato, con il cortile e le logge, cominciando ad assumere un carattere da residenza signorile: nel 1478 si ha notizia di una “camera picta” al suo interno, lasciando immaginare ambienti di cortese raffinatezza.
A metà Cinquecento si ha notizia di ampliamenti e decorazioni, ma è solo con il marchese Alberico I (1568-1623) che l’antica rocca assume grande valenza simbolica e urbanistica: le nuove mura, erette a partire dal 1557, crearono inediti spazi, disegnando prospettive ampie e moderne. A fianco alla rocca sorse il nuovo palazzo sovrano, ma il fulcro della vita cittadina ruotava ormai attorno alla grande piazza Alberica, presto circondata dai palazzi delle principali famiglie di Carrara.
Questo è il motivo che spinse a collocare il portale non in posizione centrale, come avrebbero suggerito i principi dell’architettura rinascimentale, ma spostato verso mare: l’espediente toglieva simmetria all’edificio ma lo rendeva perfettamente visibile dalla piazza, essendo posto in asse con il rettilineo dell’elegante via del Carmine (oggi Loris Giorgi).
Carlo I (1581-1662), nipote e successore di Alberico, completò questa fase dei lavori, e fece incidere il suo nome in bella vista sui grandi stipiti del piano nobile; nel corso del Settecento il palazzo fu ingrandito con l’aggiunta di ambienti adibiti a carceri, in corrispondenza della parte più antica del complesso, e fu rinnovato il teatro di corte (1768), nel luogo attualmente occupato dall’aula magna dell’Accademia. Fu proprio in una stanza adiacente al teatro, rivolta verso la vallata, che presero il via le lezioni della scuola del nudo (1770) della nuovissima Ducale Accademia delle Belle Arti, fondata nel 1769. L’istituto, tuttavia, rimase nell’edificio solo per un breve periodo, in attesa del completamento di una sede più adeguata, eretta a pochi metri di distanza (conosciuta come Palazzo Rosso, su via del Plebiscito).
Dopo le spoliazioni del periodo rivoluzionario, il vecchio palazzo Cybo fu donato da Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e sovrana di questi stati, alla stessa Accademia, che da allora ne occupa gli spazi. Il terremoto del 1920, che danneggiò fortemente la struttura, fu l’occasione per una “radicale opera di restauro e ripristino”, che si prolungò dal 1924 al 1934, dando al complesso le forme attuali.
Le carceri furono abbattute per “liberare” le strutture della rocca, che vennero integrate e completate con ampi interventi miranti a restituirne l’aspetto originario: le merlature e la parte superiore del castello risalgono interamente a questa fase, e furono eseguite in maniera assai poco filologica e molto fantasiosa, dando a questa parte dell’edificio quel tono incantato e bizzarro che si è notato in precedenza.
Veniva quindi aggiunto un nuovo corpo di fabbrica, interamente rivestito in marmo e sovrastato da uno slanciato loggiato, che faceva da tramite tra le due parti della struttura. L’interno era riorganizzato e arricchito da uno scalone monumentale, da una “Sala del Campionario dei Marmi” (1934) e da pregevoli lavori di artigianato artistico; particolarmente rilevanti le belle vetrate (1925-1927) della manifattura di Galileo Chini (1873-1956).
Il palazzo e la rocca sono ancora interessati da attività didattiche e amministrative; alcuni ambienti sono pertanto preclusi al pubblico, altri possono essere visitati compatibilmente allo svolgimento delle lezioni. L’ingresso avviene da via Roma, in prossimità della recentemente restaurata Sala dei Marmi (sulla sinistra): sulla destra si ha accesso al cortile del castello, con loggiati e decorazioni a graffito, mentre scendendo la scala monumentale si giunge all’ampia sala di lettura della Biblioteca, allestita nella Sala delle Colonne, originario atrio d’ingresso al palazzo. Due sale adiacenti contengono il cosiddetto “Fondo Antico”, la parte più cospicua del patrimonio librario e documentario dell’istituto, e la “Sala degli uomini illustri”.
Salendo al primo piano e svoltando a destra si entra nella grande aula magna, con soffitto a cassettoni e splendido lampadario in vetro di murano del 1930, alto 330 cm, restaurato nel 2020. Tornando al pianerottolo e proseguendo in direzione opposta si entra nella parte riservata agli uffici amministrativi, con ariosi loggiati ornati da motivi a grottesca.
Il tutto è disseminato di opere d’arte, ed una grande raccolta di gessi, antichi e moderni, calchi o modelli originali, invade le sale dell’Accademia, in attesa che prenda corpo il tanto agognato progetto di una Gipsoteca che accolga il consistente patrimonio storico-artistico dell’istituto.
Dettagli
Indirizzo: Via Roma, 1
Comune: Carrara (MS)
Telefono: 0585 71658
Fax: 0585 70295
Email: info@accademiacarrara.it
Sito: www.accademiacarrara.it
Biglietto d’ingresso:
Gratuito
Giorno di chiusura Lunedì
Note:
La collezione è visitabile esclusivamente su appuntamento, da concordarsi con la direzione dell’Accademia di Belle Arti
Orari di apertura:
Su appuntamento