Il porto di Marina di Carrara si presenta oggi con aspetto moderno e strutture industriali, ma nasconde un’affascinante storia secolare e si apre oggi a un’inedita prospettiva turistica con il progetto del Waterfront.
I caratteri naturali della costa, formata dagli abbondanti apporti fluviali del Magra, hanno impedito a lungo la realizzazione di strutture portuali: già l’antico Portus Lunae soffriva di problemi di insabbiamento e la spiaggia di Avenza permetteva soltanto l’approdo di barche di modeste dimensioni. Il trasporto via mare rimaneva, tuttavia, il principale veicolo per la diffusione dei marmi di Carrara, caricato su imbarcazioni più capienti a Lerici o Portovenere, e imbarcato verso le più lontane destinazioni sui vascelli dei porti di Genova e Livorno.
A metà Settecento si ebbe un primo, infruttuoso, tentativo di costruire un porto: la linea di costa avanzava velocemente (si calcola almeno di un chilometro e mezzo nel giro di tre secoli), e i dispendiosi progetti del duca di Modena (che governava allora gli stati di Massa e Carrara) furono presto interrotti.
Il problema trovò una prima soluzione a metà Ottocento, con la costruzione di un pontile caricatore in legno a opera dell’imprenditore inglese William Walton (1796-1872): munito di un moderno ed efficace sistema per l’imbarco dei marmi, il pontile incoraggiò gli sviluppi dell’industria locale. Entro il 1880 i pontili erano tre, collegati direttamente ai bacini estrattivi dalla grandiosa opera ingegneristica della Ferrovia Marmifera.
Nei primi decenni del Novecento, il continuo aumento delle esportazioni rese obsolete anche queste strutture e si procedette, dopo lunghi dibattiti, all’approvazione di un progetto per la costruzione di un porto con strutture in cemento armato: era il 1915 e, complici gli eventi bellici, si dovette aspettare il 1922 per l’apertura del cantiere.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale il porto di Marina di Carrara era pienamente funzionale, per quanto non del tutto terminato, ma nel corso del 1944 le truppe di occupazione provvidero a minarne le sovrastrutture, distruggendole in gran parte, dopo aver rimosso le grandi gru per inviarle in Germania. Le opere di ricostruzione e dragaggio procedettero velocemente e, nel 1948, il porto fu reso nuovamente agibile.
L’attività cantieristica, già avviata prima della guerra, prese nuovo slancio nel decennio 1950-1960 e con l’apertura dei Nuovi Cantieri Apuania (1973), impresa statale dotata di infrastrutture industriali (bacino di carenaggio, gru a carroponte, ecc.) in grado di costruire navi di importante tonnellaggio. Nel 2012, dopo una lunga fase di crisi, il cantiere è passato in mani private, e continua a produrre Yacht di grande dimensione.
Dal 1953 il porto ospita anche un Club Nautico, centro sportivo e ricreativo con bar, ristorante, Club House e ormeggi riservati ai soci. Vi si organizzano corsi di vela, nuoto, pallanuoto e competizioni sportive.
Nel 2021 si è infine avviato il progetto per la realizzazione del nuovo Waterfront, una passeggiata a mare di 1200 metri con scenografici affacci sul mare aperto e sul panorama delle Alpi Apuane. Il percorso, largo cinque metri, promette di rappresentare un trait d’union tra il porto e la città, valorizzando aspetti legati al turismo e al benessere dei cittadini.
Sul sito dedicato (waterfrontmdc.it) è possibile seguire quello che è stato l’avanzamento dei lavori tramite video e gallerie fotografiche. La nuova passeggiata è stata inaugurata e consegnata alla città il 12 agosto del 2024.