Antona, una frazione del comune di Massa situata tra le Alpi Apuane, ha origini che risalgono all’antica Antognano, come rivelano documenti del 988.
Durante il Medioevo, divenne conosciuta per le sue attività legate alla lavorazione di tessuti e della lana, oltre ad attività legate all’agricoltura tradizionale. Nel Cinquecento, si sviluppò invece l’industria del cappello e altre attività legate al trattamento del cuoio e del legno.
Al suo interno, il paese conserva opere ed edifici di epoca Medievale, come la chiesa dalla struttura romanica di San Gemignano, risalente al 1297 e modificata poi solo nel XVI sec. Le modifiche hanno reso la chiesa ancora più preziosa, con l’aggiunta di opere che partono dal periodo rinascimentale come: l’altare marmoreo dedicato alla Vergine del Rosario del 1711, dei capitelli in marmo del XVI secolo, due statue marmoree e una pala d’altare in terracotta invetriata del 1622, raffigurante la Madonna con il Bambino e quattro Santi ad opera di Benedetto Buglioni.
Oltre alla Chiesa, testimonianza storica unica del periodo Medievale e rinascimentale tra le Alpi, la frazione custodisce inoltre la dimora signorile Piccianti, risalente al Quattro-Cinquecento.
Non è raro infatti trovare ville signorili tra i boschi delle Alpi: così come per Seravezza, nel XVII secolo, Antona divenne luogo di villeggiatura per la famiglia dei Malaspina, signori del marchesato di Massa-Carrara. Nei suoi spazi incontaminati, freschi e rigeneranti i nobili trovavano la tranquillità che all’interno della città non era possibile trovare. Antona, tra mare e montagna offriva loro un clima ideale per rigenerare i loro pensieri. Testimonianza del soggiorno dei Malaspina nel piccolo borgo è anche l’installazione di una fontana al centro di Piazza San Rocco, ancora oggi presente. Durante il periodo della Resistenza invece, Antona si distinse come centro delle azioni partigiane, riuscendo ad offrire rifugio alle persone in fuga dalla persecuzione. Ad oggi il valore del paese è testimoniato da una lapide commemorativa al Sacrario La Tecchia. Il memoriale ricorda i partigiani caduti ad Antona e le medaglie d’oro al valor militare.
Da Antona si aprono oltre a ciò diversi sentieri che conducono a località come Canevara e Pian della Fioba, conosciuta per l’Orto botanico Pietro Pellegrini, fondamentali durante l’assedio della Seconda Guerra Mondiale. Il Sentiero della Libertà, uno dei più conosciuti, fu il percorso seguito da numerose persone che migrarono verso le truppe alleate nella località di Seravezza.
A Tecchia invece, si trova un altro piccolo santuario dedicato ai valichi della Libertà, realizzato dall’ANPI locale. Dalla località si apre il sentiero che conduce al passo del Pitone, valico reso accessibile dai partigiani e uno dei più utilizzati per attraversare la Linea Gotica. Al tempo sicuramente non fu valorizzato per la vista che il passo presentava, ma oggi, tenendo sempre a mente quello che rappresentò il valico, il percorso presenta una vista panoramica sul crinale delle Apuane che si estende dal Sagro al Contrario, alla Tambura, all’Altissimo, che costituivano la linea di difesa tedesca.
Nonostante la memoria complessa di Antona, le sue tradizioni rimaste invariate nel tempo, costituiscono parte fondamentale della cultura popolare: Il Maggio, è una chicca antica dedicata alla primavera e celebra le radici agrarie del paese. Nei giorni di festa i visitatori di Antona possono godere degli spettacoli improvvisati che gli abitanti del borgo sono soliti fare, indossando costumi autoprodotti e celebrando storie in versi.
Non manca inoltre la tradizionale la raccolta delle castagne, un rito collettivo durante il quale in passato, gli abitanti di Antona mettevano in comune tutti i frutti raccolti. Le castagne venivano seccate per quaranta giorni, con un fuoco costantemente acceso. La buccia veniva poi rimossa tramite la battitura delle castagne raccolte in sacchi e i frutti venivano divisi in base alle quote di partecipazione di ciascuna famiglia e portati al mulino per ottenere la farina.
Oggi la raccolta delle castagne è stata incorporata nella Sagra del Neccio che si svolge in agosto. Chi visita Antona potrà godere della festa per tre giorni entrando in un’atmosfera fatta di balli, canti tradizionali e profumi inebrianti. Chi ama il gusto delicato delle castagne, potrà assaporarle in diversi modi: castagne arrosto, castagnacci, torte di castagne sono presenti per far rivivere al meglio l’evento.