Palazzo Binelli è uno dei palazzi storici della Carrara ottocentesca, la sua costruzione, a partire dalle fondamenta di un fabbricato preesistente, si inserisce nella grande ristrutturazione urbanistica legata ad un periodo di deciso sviluppo economico legato al marmo che investì la città a partire dall’Unità d’Italia.
Protagonisti di questo riassetto urbanistico ed architettonico furono l’ingegner Leandro Caselli, allievo dell’architetto Alessandro Antonelli ed ingegnere capo del comune in quel periodo, e le famiglie di imprenditori attive nell’industria dei marmi, tra le quali, appunto, i Binelli, che vollero affermare la propria importanza nel tessuto sociale ed economico cittadino anche attraverso le proprie scelte residenziali.
I conti Binelli erano in quel periodo tra le famiglie più importanti in merito all’industria lapidea avendo costruito i primi telai multilama per la segagione del marmo: un’innovazione che come si può intuire permetteva di velocizzare decisamente il lavoro, ed avendo partecipato in maniera determinante allo sviluppo del neonato porto della marina di Lavenza (oggi Marina di Carrara) dove avevano contribuito all’idea dell’imprenditore inglese naturalizzato italiano Guglielmo Walton, fabbricando uno dei tre pontili caricatori utilizzati per stivare i blocchi e le lastre di marmo nei vascelli che li trasportavano in tutto il mondo. Furono tra i protagonisti dei quel periodo di grande floridità che investì Carrara in quel momento storico.
La costruzione del palazzo inizia nel 1888, e si sviluppa su una pianta simmetrica e in stile neoclassico, un’impostazione estetica che affratella Palazzo Binelli ai molti edifici che Caselli progetterà a Carrara in quel periodo ridisegnandola completamente.
Il palazzo si sviluppa su tre piani, serviti da un maestoso scalone centrale a struttura portante costituita da scalini monolitici in marmo bianco perfettamente incastrati tra loro, come nello stile del Caselli.
L’interno è sontuosamente rifinito, con pavimenti sia in marmo che in legno e soffitti affrescati, l’ampio androne connette l’ingresso principale sulla via Verdi con un’apertura sul retro che si affaccia su un grazioso giardino.
Nel corso degli anni il centro degli affari della famiglia Binelli si spostò più verso il porto che al monte, e quindi la sua funzione rappresentativa per cui il palazzo era stato edificato andò scemando e venne progressivamente abbandonato, fino ad essere venduto, nel 1921, alla Banca d’Italia che, nel progetto generale di insediare propri presidi nelle maggiori aree economiche del paese, trasformò l’abitazione in una propria succursale.
Nel 1966 la sede della Banca d’Italia si trasferì a Massa e Palazzo Binelli ospitò un distaccamento dell’Accademia di Belle Arti (istituita nel 1769 da Maria Teresa Cybo-Malaspina con sede nel palazzo di famiglia) prima e del liceo artistico poi.
Nel 1994, dopo un periodo di abbandono e di incuria, il palazzo fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Carrara, per poi passare, dal 2006, nelle mani della Fondazione Cassa di Risparmio che ha quindi avviato un prezioso restauro riportando allo splendore originale le decorazioni marmoree, gli stucchi e gli affreschi.
Oggi il Palazzo Binelli ospita, oltre agli uffici operativi della Fondazione Cassa di Risparmio, spazi conferenze e sale espositive in cui vengono organizzate continuità mostre temporanee di artisti locali ed internazionali.
Da segnalare il ripristino del giardino del palazzo, la cui architettura iniziale è stata revisionata ed è stato trasformato in un anfiteatro di marmo a disposizione sia degli eventi organizzati dalla Fondazione, che della collettività per ospitare momenti culturali pubblici e matrimoni.