Il paese di Fontia è un borgo posto su una delle primissime colline carraresi, al confine con la Liguria, con i comuni di Sarzana e Luni. Questa posizione a cavallo tra i due territori gli permise di svilupparsi a pieno solo nel XVI secolo, a seguito della pace tra la Repubblica di Genova e i Cybo Malaspina, signori di Carrara; per avere chiara la dimensione liminale che il borgo si trovava a vivere, basti pensare che se politicamente era legato alla Signoria di Carrara era però il capitolo della cattedrale di Sarzana che ne nominava i parroci, infatti in un documento del 1475 il marchese di Massa, Giacomo I Malaspina prega il vescovo della città ligure di permettere che le entrate della chiesa stessa restino a Fontia per sostenere i lavori sulla chiesa stessa; altro aspetto chiarificatore della particolare condizione di Fontia è che la strada di collegamento con Carrara venne realizzata solo nel 1885.
Il piccolo borgo, che nel suo momento di massima espansione arrivò ad avere circa mille abitanti contro i circa duecento di oggi, è caratterizzato da strette viuzze e vicoletti, spesso in galleria, costellati da opere marmoree e maestà votive. In via San Nicolò si possono ammirare un pregevole Crocifisso con le tre Marie e un rilievo raffigurante San Antonio del 1639.
Proseguendo si arriva alla bella chiesa di San Niccolò, nel cuore del paese; il suo campanile che svetta tra le case costituisce un punto di riferimento e di identità del borgo.
La chiesa è stata edificata nel XIV secolo, l’ingresso, sormontato da un coro su colonne in marmo, ci introduce nell’unica navata della chiesa e subito si notano le arcate laterali con gli altari del Purgatorio e del Suffragio.
Notevoli il fonte battesimale del XVI secolo, l’altare maggiore realizzato in marmi policromi e di fattura molto pregiata e il pulpito, semplice e bellissimo in marmo bianco statuario.
Da Fontia in pochi minuti a piedi, seguendo la strada provinciale, si raggiunge la terrazza di Santa Lucia, un meraviglioso punto panoramico da dove si godono tramonti favolosi ammirando da un lato le Alpi Apuane e dall’altro la piana di Luni, con la foce del fiume Magra.
Una parte della terrazza è occupata da usna chiesa dedicata alla santa che dà il nome al luogo, edificata nel XVII secolo era inizialmente un semplice oratorio al solo servizio del locale cimitero, poi passò ad ordinario luogo di culto. A causa della sua posizione, il luogo venne scelto dai nazisti per installarvi una postazione di vedetta che desse indicazioni ai cannoni collocati a Punta Bianca, all’estremità di Monte Marcello, il promontorio delimita a nord il golfo di La Spezia. La terrazza venne bombardata dai nazisti stessi dopo che gli alleati liberarono la zona e la chiesa fu distrutta. È stata ricostruita nello stesso luogo nel 1965 ed ospita un dipinto di Arturo Dazzi: l’“Angelo della pace”.